L’uomo è stato protagonista di una lunga intervista in cui ha trattato vari argomenti: dalla movida di Milano al rapporto con la figlia.
Il figlio di Ignazio La Russa è stato accusato di stupro da una ragazza di 22 anni. Leonardo Apache La Russa l’avrebbe, secondo quanto confessato da lei, drogata per poter approfittare del suo corpo. Negli ultimi giorni sono state fatte molte dichiarazioni sul caso, soprattutto da chi sta attorno alla 22enne, ed oggi a queste va ad aggiungersi quella del padre dell’accusatrice.
“Io posso dire che voglio tanto bene alla mia bambina – ha dichiarato il padre della ragazza a La Verità – che sono dispiaciuto per quanto le è accaduto. Non sono un bacchettone, mia figlia non è una verginella e se fa sesso con qualcuno, fa parte della sua vita. Il problema non è quello. Il problema è se una ragazza lo fa e non sa di averlo fatto perché ha preso una sostanza di quelle che vengono definite generalmente “droghe del sesso”, credo che bisognerà cercare di capire quello. Il resto sono solo un sacco di chiacchiere. Commenti che si leggono su Facebook e altri social network“.
La cocaina assunta all’Apophis
Durante la serata all’Apophis che avrebbe portato alla violenza sessuale, è cosa nota che la ragazza e le sue amiche avrebbero assunto cocaina. Un dettaglio che non scandalizza il padre dell’accusatrice di La Russa Jr: “Come genitore, non posso che arrabbiarmi ma, purtroppo, la ragazza non dipende più da me“.
L’uomo si è separato dalla moglie circa 15 anni fa e da allora non si sono più parlati, generando qualche intoppo nell’educazione delle loro figlie. “Sono un padre estremamente presente – spiega -. O, quantomeno, lo sono stato. Quando mi sono risposato sono diventate gelose e si sono un po’ allontanate da me. Adesso ho una bambina che difendo con tutte le mie forze, mentre le mie prime figlie sono figlie di divorziati e non hanno avuto l’educazione che io reputo necessaria“.
La movida di Milano
Il padre della 22enne, durante la sua intervista, prosegue poi attaccando Milano e la sua vita notturna: “Oggi i ragazzini non fanno delle gran vite, diciamocelo, e nel locale in cui si trovavano erano tutti drogati. È inutile che quello là – intende Ignazio La Russa – dica “mio figlio, invece, no”. E questa non è una colpa, è un fatto“.
Un risarcimento per tenere la bocca chiusa?
Il padre della 22enne, infine, ha smentito la possibilità di uno scenario dipinto negli ultimi giorni da alcuni quotidiani: quello di un’offerta irrifiutabile alla ragazza e alla sua famiglia da parte dei La Russa per chiudere subito la vicenda.
“Non so neanche se sia possibile – commenta il padre -. Io ho fatto qualche anno a giurisprudenza e, anche se non mi sono laureato, qualche cosa la ricordo. Per questo credo che il procedimento prosegua d’ufficio. Ritengo che non sia possibile chiuderla lì e che non si ponga la questione di accettare o meno l’eventuale offerta di una famiglia che ha disponibilità e che, probabilmente, sarebbe ben contenta di chiudere la partita al volo e non parlarne più. Penso che non sia proprio possibile e comunque nessuno si è fatto vivo“.